Rottamazione cartelle esattoriali 2026: chi può aderire e quanto si risparmia (ma fai attenzione alle tempistiche)

Dopo mesi di smentite e rinvii, la rottamazione-quinquies entra ufficialmente nella manovra 2026. Ecco chi potrà beneficiarne, cosa si paga e cosa viene cancellato.

Dopo settimane di indiscrezioni, smentite e confronti politici, la rottamazione-quinquies trova finalmente posto nel Disegno di legge di bilancio 2026. Non si tratta di una sanatoria totale, ma di una nuova forma di pace fiscale con vantaggi significativi per chi sceglie di aderire. Il provvedimento si ispira alle precedenti edizioni della rottamazione delle cartelle, introducendo però alcuni limiti e condizioni più stringenti.

Cosa prevede la rottamazione-quinquies

L’articolo 23 del Ddl di bilancio ufficializza la nuova sanatoria fiscale. Potranno essere rottamati i debiti affidati all’Agenzia delle Entrate-Riscossione tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2023, mentre la precedente rottamazione-quater si fermava al 30 giugno 2022.

Sono ammissibili i debiti derivanti da omesso versamento di imposte (Irpef, Iva, Ires) risultanti dalle dichiarazioni annuali o dalle attività di controllo automatico e formale, e i contributi previdenziali dovuti all’INPS, purché non derivino da accertamento. Restano invece esclusi i debiti verso le casse previdenziali private (Enpav, Inpgi, Enpab, Cassa Forense, ecc.).

Chi aderisce alla rottamazione-quinquies potrà azzerare sanzioni, interessi e aggio di riscossione, pagando solo:

  • il capitale (cioè l’imposta o i contributi dovuti);

  • le spese di notifica e quelle per le procedure esecutive;

  • gli interessi di dilazione al 4% in caso di rateazione.

Il pagamento potrà avvenire anche in forma rateale, con un orizzonte temporale più lungo rispetto alle precedenti edizioni, facilitando così chi deve regolarizzare importi elevati.

Il concetto di “singolo carico”: come funziona la scelta

La norma introduce in modo chiaro il principio del singolo carico rottamabile.
Ogni cartella può contenere più carichi — ad esempio Irpef, Iva, contributi INPS — e il contribuente, accedendo al portale telematico dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione (ADER), potrà scegliere quali debiti rottamare e quali no.

Nel dettaglio, sarà possibile:

  • selezionare tutte le cartelle potenzialmente rottamabili;

  • selezionare solo alcune cartelle;

  • oppure, entrando nel dettaglio del documento, scegliere singoli carichi da estinguere, lasciando fuori le altre voci.

Questa flessibilità consente di personalizzare la richiesta e pianificare meglio i pagamenti. Tuttavia, per i debiti che non rientrano nella rottamazione e non vengono rateizzati in via ordinaria, restano validi i rischi di pignoramenti, fermi amministrativi e ipoteche.

Il termine per presentare la domanda di adesione è fissato al 30 aprile 2026, salvo proroghe.

Le novità per chi è decaduto dalla rottamazione-quater

Una delle novità più attese riguarda i contribuenti decaduti dalla rottamazione-quater. Il testo della manovra apre infatti a una nuova possibilità: anche chi aveva perso i benefici della precedente sanatoria potrà accedere alla quinquies, a determinate condizioni.

Il provvedimento rappresenta dunque una seconda chance per migliaia di contribuenti che non erano riusciti a rispettare le scadenze precedenti, pur mantenendo i requisiti sostanziali.

Un mezzo condono fiscale, ma con regole precise

Pur non essendo una sanatoria completa, la rottamazione-quinquies conferma l’impostazione delle precedenti “pacificazioni” fiscali.
Il governo la definisce un provvedimento di equilibrio tra necessità di gettito e sostegno ai cittadini, ma resta un intervento che, di fatto, condona parte del debito tributario.

Il contribuente, infatti, potrà cancellare sanzioni e interessi, ma dovrà comunque versare integralmente l’imposta dovuta.
Il vantaggio concreto si traduce in un risparmio tra il 30% e il 50% del totale originario del debito, a seconda delle voci accessorie presenti nella cartella.

Fonti ufficiali e di approfondimento