Errori, disattenzioni e scarsa informazione: il 32% dei genitori italiani non utilizza correttamente il seggiolino. L’appello di Altroconsumo per salvare vite.
Mettere il bambino nel seggiolino e allacciare le cinture è un gesto che dovrebbe rappresentare sicurezza. Eppure, secondo una nuova indagine di Altroconsumo, dietro questa abitudine quotidiana si nasconde una realtà inquietante: un genitore su tre in Italia non utilizza correttamente il seggiolino auto, compiendo errori che, in caso di incidente, possono fare la differenza tra la vita e la morte.
La ricerca, condotta su un campione di 600 famiglie italiane, evidenzia come il 32% dei genitori adotti comportamenti sbagliati: cinture non sempre allacciate, seggiolini inadatti all’età o al peso del bambino, sistemi Isofix non usati correttamente e dispositivi antiabbandono ancora assenti in troppe auto.
Errori pericolosi: le cattive abitudini dei genitori italiani
Il dato più allarmante riguarda le cinture non allacciate: il 18% dei genitori ammette di non usarle sempre, convinto che nei tragitti brevi non servano. È una leggerezza fatale, perché la maggior parte degli incidenti avviene proprio su percorsi urbani e a bassa velocità.
Seguono scelte altrettanto rischiose: seggiolini sbagliati per peso o altezza (36%) e installazioni errate o incomplete (26%).

Molti genitori sottovalutano anche il rischio di posizionare il seggiolino troppo presto nel senso di marcia: il 27% lo fa con bambini sotto i 4 anni, ignorando che in caso di urto frontale questa scelta aumenta drasticamente il rischio di lesioni al collo. C’è persino un 3% che posiziona il seggiolino contromarcia sul sedile anteriore senza disattivare l’airbag, un errore che può trasformare un piccolo urto in tragedia.
Isofix e antiabbandono: tecnologia ignorata o mal utilizzata
Le tecnologie moderne esistono, ma non vengono sfruttate pienamente. Solo il 63% dei genitori utilizza correttamente il sistema Isofix, che ancora oggi viene confuso o ignorato. Una famiglia su dieci non sa nemmeno se la propria auto o il seggiolino ne siano dotati.
Non va meglio per i dispositivi antiabbandono, obbligatori per legge dal 2020 per i bambini sotto i 4 anni: il 21% delle famiglie dichiara di non averli installati. È un dato che mostra quanto sia fragile la cultura della sicurezza stradale in Italia.
Il Sud più a rischio: errori raddoppiati e poca formazione
Le differenze territoriali restano marcate: nel Sud e nelle Isole gli errori raddoppiano, con un genitore su due che non usa correttamente il seggiolino.
La causa principale, spiega Altroconsumo, è la mancanza di informazione. I genitori più consapevoli commettono errori solo nel 21% dei casi, mentre tra chi non conosce le regole la percentuale sale al 52%. Particolarmente a rischio i padri sotto i 35 anni, spesso alla prima esperienza genitoriale e meno inclini a seguire le istruzioni di installazione o le linee guida di sicurezza.
Quando la sicurezza passa in secondo piano
Un altro dato significativo riguarda le motivazioni di acquisto: il 78% dei genitori sceglie il seggiolino in base alla comodità del bambino, mentre solo il 68% considera la sicurezza come priorità.
Molti non sanno che i seggiolini hanno una “scadenza”: dopo 10 anni di utilizzo perdono efficacia. Tuttavia, il 43% degli intervistati non conosce l’età del proprio dispositivo, e il 2% utilizza modelli vecchi di oltre un decennio. Altroconsumo chiede ai produttori di indicare chiaramente l’anno di fabbricazione e invita il legislatore a renderlo obbligatorio anche per i prodotti di seconda mano.
I modelli i-Size non decollano
Solo il 2% dei genitori italiani ha scelto un seggiolino i-Size, omologato secondo la più recente normativa europea ECE R129. Il 96% utilizza ancora i modelli ECE R44, non più in commercio dal 2024 ma ancora largamente diffusi.
I seggiolini i-Size offrono una protezione superiore grazie all’aggancio Isofix e all’obbligo di far viaggiare i bambini in senso contrario alla marcia fino ai 15 mesi, ma il prezzo e la scarsa conoscenza ne frenano la diffusione.
Un bonus per la sicurezza: la proposta di Altroconsumo
Per invertire la rotta, Altroconsumo chiede più formazione, trasparenza e sostegno economico. La proposta include:
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Bonus del 50% sul prezzo del seggiolino, fino a 250 euro per figlio, per le famiglie con ISEE fino a 20.000 euro;
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Obbligo per i produttori di indicare anno di fabbricazione e durata del dispositivo;
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Campagne di educazione stradale nelle scuole e corsi informativi per futuri genitori;
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Incentivi per il riuso sicuro dei seggiolini invenduti, evitando sprechi e garantendo la massima sicurezza.
Come ha dichiarato Alberto Pirrone, direttore di Altroconsumo, “la sicurezza dei bambini in auto non può dipendere dal portafoglio”.
La sicurezza inizia dall’informazione
L’indagine dimostra che la conoscenza salva vite. I genitori informati usano correttamente il seggiolino nel 79% dei casi, contro il 48% dei meno preparati.
Non bastano nuove regole o tecnologie se manca la consapevolezza del loro utilizzo. Un seggiolino installato male o scelto senza criterio può annullare in un attimo anni di progresso in tema di sicurezza stradale.
La sfida, ora, è culturale: serve un cambiamento collettivo, che parta dall’educazione e arrivi fino alle politiche pubbliche. Perché nessuna corsa, nessun impegno, nessuna disattenzione può valere la vita di un bambino.