In alcuni casi, una riduzione della capacità lavorativa o l’assistenza a un familiare disabile permettono di accedere alla pensione con anni di anticipo rispetto ai requisiti ordinari.
Andare in pensione prima dei 67 anni è possibile in alcune circostanze legate alle condizioni di salute o alla presenza di familiari disabili da assistere. La legge consente infatti, in casi precisi, di accedere alla pensione anticipata quando si verifica una riduzione significativa della capacità lavorativa o quando si ricopre il ruolo di caregiver, ovvero di chi si occupa in modo continuativo di un parente con disabilità grave. L’INPS regola con attenzione questi casi, stabilendo limiti, requisiti e controlli medici obbligatori per evitare abusi o errori nella concessione dell’assegno pensionistico.
Pensione anticipata per motivi di salute
Il sistema previdenziale italiano richiede, per la pensione di vecchiaia, due condizioni fondamentali: almeno 67 anni di età e 20 anni di contributi. Esistono però eccezioni che consentono di ridurre l’età pensionabile in presenza di gravi problemi di salute. Gli uomini possono anticipare la pensione di sei anni, mentre per le donne l’anticipo può arrivare fino a undici anni. Ciò significa che, in casi specifici, una lavoratrice può lasciare il lavoro già a 56 anni, mentre un uomo può farlo a 61.
Il presupposto principale è che il soggetto abbia subito una riduzione della capacità lavorativa pari o superiore all’80%, certificata dalle commissioni medico-legali dell’INPS. Solo in presenza di tale percentuale si può accedere alla pensione anticipata per invalidità. La valutazione è complessa e tiene conto del tipo di patologia, della sua evoluzione e della possibilità di continuare a svolgere un’attività lavorativa compatibile con lo stato di salute.
Tra le malattie che più frequentemente comportano una riduzione importante della capacità lavorativa figurano il diabete mellito, le patologie cardiocircolatorie (come cardiopatie e pericarditi), l’obesità grave, la sclerosi multipla, il morbo di Parkinson, l’epilessia, le malattie intestinali croniche, l’AIDS, le patologie mentali e le malattie osteoarticolari come artrosi e artrite.
Nel documento ufficiale sull’accertamento degli stati invalidanti, l’INPS precisa che esistono infermità a cui è attribuita una percentuale fissa di invalidità e altre per le quali l’invalidità è calcolata su fasce di dieci punti percentuali, in base a criteri clinici e funzionali. Queste valutazioni vengono effettuate da commissioni specializzate, che devono verificare anche la compatibilità tra la patologia e la mansione lavorativa svolta.
Pensione anticipata a 59 anni con Opzione Donna
Non sempre, però, la condizione di malattia riguarda direttamente chi richiede la pensione. In alcuni casi, come avviene con Opzione Donna, il diritto al pensionamento anticipato è riconosciuto anche a chi assiste un familiare disabile in situazione di gravità. La misura, pensata per valorizzare il ruolo delle caregiver, consente alle donne di lasciare il lavoro prima dei 67 anni.
Per accedere a Opzione Donna, la lavoratrice deve aver maturato almeno 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2023 e avere 61 anni di età. L’età anagrafica può essere ridotta di un anno per ogni figlio, fino a un massimo di due anni, rendendo possibile la pensione già a 59 anni per chi ha due figli.
Il requisito di assistenza è preciso: la lavoratrice deve prendersi cura da almeno sei mesi del coniuge o di un parente di primo grado convivente con handicap grave, oppure di un parente o affine di secondo grado convivente, quando i genitori o il coniuge della persona disabile abbiano più di 70 anni, siano a loro volta invalidi, deceduti o mancanti.
Rientrano tra i casi validi anche le lavoratrici che soffrono personalmente di una invalidità riconosciuta pari o superiore al 74%, oppure coloro che sono state licenziate o risultano dipendenti di aziende coinvolte in un tavolo di crisi aziendale presso il Ministero.
Va ricordato che Opzione Donna può essere utilizzata anche da chi possiede i vecchi requisiti e non rientra nelle nuove categorie introdotte nel 2023, purché la domanda sia presentata nei tempi stabiliti dall’INPS.
Chi intende accedere alla pensione anticipata per motivi di salute o tramite Opzione Donna deve quindi verificare attentamente la propria situazione contributiva e sanitaria. Le regole sono rigide e la documentazione deve essere completa, ma per molti rappresentano una possibilità concreta di lasciare il lavoro in anticipo, in presenza di condizioni di vita difficili o invalidanti.