Da novembre 2025 prendere la patente costerà (ancora) di più: i nuovi dettagli che nessuno ti spiega

Tra nuovi forfait per gli esaminatori e possibili ore di guida aggiuntive, la spesa per ottenere la patente potrebbe crescere, ma non per tutti.

Dal 1° novembre 2025, ottenere la patente B potrebbe costare un po’ di più. Non si parla di rincari esorbitanti, ma di modifiche che, sommate alla spesa già alta per l’intero percorso in autoscuola, possono fare la differenza per alcune fasce di candidati. Il tema è tornato al centro del dibattito nelle ultime settimane, tra voci di aumenti, malumori tra le autoscuole e nuove disposizioni ministeriali che, pur non rivoluzionando il sistema, aprono la strada a una revisione dei costi.

Il nuovo compenso forfettario per gli esaminatori e il possibile impatto sulle autoscuole

Il cambiamento più concreto riguarda il compenso degli esaminatori di guida, previsto dal decreto ministeriale 191 e attuato dal decreto dirigenziale 392 del Mimit. Attualmente, il compenso varia in base alla distanza tra la sede dell’esame e la residenza dell’esaminatore. Dal 1° novembre 2025, però, si passerà a un forfait fisso, che dovrebbe attestarsi intorno ai 275 euro a seduta.

Questo costo sarà a carico delle autoscuole, che presumibilmente lo suddivideranno tra i candidati presenti in ciascuna sessione d’esame. Considerando sedute da 6-7 candidati, ciascuno potrebbe ritrovarsi a pagare tra i 40 e i 50 euro in più. Una cifra che, rispetto alla spesa complessiva – che nelle grandi città può raggiungere o superare i 900 euronon stravolge il bilancio, ma rappresenta comunque un aumento reale, specie per le famiglie con più figli prossimi alla maggiore età.

Patente di guida
Patente di guida italiana-legahockeypista.it

Si tratta quindi di un adeguamento contenuto, ma significativo in un contesto dove i costi legati alla mobilità per i giovani restano un tema sociale importante. Per ora, nessun allarmismo: si tratta di un ritocco, non di una stangata, e non entrerà in vigore prima dell’autunno 2025.

A far discutere è anche la logica del forfait stesso, che svincola il compenso dalla distanza e potrebbe penalizzare le autoscuole delle zone meno centrali, che fino a oggi riuscivano a gestire i costi in modo più flessibile. Resta da vedere se il provvedimento avrà ricadute regionali diverse, soprattutto nelle aree con minore disponibilità di esaminatori.

Ore obbligatorie di guida: perché si parla di aumento e cosa succede davvero

Oltre alla questione del forfait, circolano voci su un possibile aumento delle ore di guida obbligatorie con istruttore. Attualmente, il candidato deve completare almeno 6 ore su auto con doppi comandi, di cui 2 in autostrada o su extraurbane principali e 2 di notte o in condizioni di visibilità ridotta.

Secondo alcune indiscrezioni, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti avrebbe pronto un decreto che porterebbe questo numero da 6 a 8 ore, con l’obiettivo di migliorare la preparazione pratica dei candidati. La novità è resa possibile dalla riforma del Codice della strada in vigore dalla fine del 2024, che consente modifiche più rapide tramite decreti ministeriali, senza passaggi parlamentari.

Ma anche in questo caso, i timori sono sovradimensionati. Secondo UNASCA, l’unione nazionale delle autoscuole, la media attuale è già di 10-15 ore effettive di guida. Pochissimi candidati si fermano al minimo legale, quindi l’aumento delle ore obbligatorie non comporterebbe un aumento reale dei costi per la maggior parte degli iscritti, se non per una piccola parte che finora si limitava a rispettare il requisito minimo.

Certo, in un settore già sotto pressione tra costi, carenza di personale e tempi d’attesa, anche un piccolo cambiamento normativo può creare reazioni forti, come è avvenuto nel recente passato a Napoli, con proteste da parte di alcune autoscuole contro le modifiche al sistema degli esami teorici.

Resta il fatto che, per ora, l’obbligo di 6 ore resta in vigore, e nessuna comunicazione ufficiale ha ancora fissato il nuovo limite. Chi si sta preparando all’esame può quindi proseguire come sempre, tenendo d’occhio eventuali aggiornamenti in Gazzetta Ufficiale.

Il nodo vero, semmai, è un altro: rendere più omogenei i costi tra le varie autoscuole, che possono variare anche di centinaia di euro tra una città e l’altra, e garantire a tutti accesso equo alla patente, che resta uno strumento essenziale per il lavoro, la vita sociale e la mobilità quotidiana dei giovani.