Chi ha la Legge 104 può perdere la patente? Tutto dipende dalla valutazione della Commissione medica locale.
Sono in molti i pensionati che convivono con la paura di vedersi revocare la patente di guida, soprattutto dopo il riconoscimento di un’invalidità grave. L’età avanzata, i problemi di salute e l’incertezza normativa contribuiscono a creare confusione, e spesso nascono dubbi su cosa stabilisce realmente la legge. Un nostro lettore, ad esempio, ci scrive: “Mio padre ha ottenuto la Legge 104 articolo 3 comma 3, ha quasi ottant’anni e teme che gli tolgano la patente. Questo è possibile?”.
La domanda è più che legittima, e riflette un timore comune tra gli anziani che, pur con qualche acciacco, continuano a sentirsi in grado di guidare. Capire come funziona davvero il rapporto tra Legge 104 e idoneità alla guida aiuta a distinguere i casi in cui la patente può essere revocata da quelli in cui è solo necessario un controllo medico periodico.
Quando la Legge 104 può portare alla sospensione della patente
La Legge 104/1992 tutela le persone con disabilità, ma non prevede in modo automatico la perdita della patente. La revoca o la sospensione dipendono da due fattori: la gravità della patologia e il giudizio di idoneità espresso dalla Commissione medica locale. Quest’organo, composto da specialisti e medici legali, valuta se il conducente sia ancora in grado di guidare in sicurezza, per sé e per gli altri.
Chi ha ottenuto il riconoscimento di handicap in situazione di gravità (articolo 3, comma 3 della legge) non perde automaticamente la patente. Tuttavia, alcune condizioni — come deficit cognitivi, malattie neurologiche avanzate o problemi gravi di deambulazione — possono compromettere la capacità di reazione o la sicurezza al volante, inducendo la Commissione a sospendere o revocare il titolo di guida.
Il Ministero della Salute ha chiarito che non esiste un’incompatibilità generale tra l’indennità di accompagnamento e la patente di guida speciale. Anche chi riceve tale indennità può ottenere il rinnovo, purché superi la visita medica di idoneità. In questi casi, la patente rilasciata o rinnovata è classificata come “speciale” e può includere limitazioni, come l’obbligo di utilizzare veicoli con adattamenti specifici.
Il medico legale, nel corso della valutazione, tiene conto del tipo di patologia, dell’evoluzione clinica, dell’uso dei farmaci e della capacità residua di compiere movimenti o reazioni rapide. Non è raro che a una persona con disabilità parziale venga concessa una patente con durata ridotta — ad esempio due anni invece dei classici dieci — proprio per consentire un controllo più frequente delle condizioni fisiche.
Cosa decide la Commissione medica locale
Ogni caso è diverso e non esiste una regola universale. La Commissione medica locale valuta le cartelle cliniche, le diagnosi aggiornate e le eventuali terapie in corso. Se il soggetto presenta patologie che non compromettono la sicurezza alla guida, il parere sarà positivo. Se invece i disturbi influenzano riflessi, coordinazione o capacità cognitive, può scattare la sospensione o la revoca definitiva.
Nel caso del lettore, il fatto che il padre abbia ottenuto la Legge 104 con gravità non implica automaticamente la perdita della patente. Tutto dipenderà dal giudizio medico, che tiene conto della situazione clinica attuale e dell’effettiva capacità di guidare in sicurezza. In genere, la Commissione convoca l’interessato per una visita di controllo, al termine della quale può decidere di:
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confermare la patente senza limitazioni;
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confermare la patente, ma con obbligo di rinnovo più frequente;
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sospendere temporaneamente la patente in attesa di ulteriori accertamenti;
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revocare la patente se ritiene che le condizioni fisiche non permettano più una guida sicura.
Il parere della Commissione è vincolante. Chi non concorda può presentare ricorso entro 30 giorni al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, chiedendo una nuova valutazione medica.
Nel caso in esame, dunque, non si può dire in anticipo se la patente del padre sarà sospesa o meno. Sarà la Commissione medica locale, dopo aver esaminato la documentazione sanitaria e svolto la visita, a stabilire se potrà continuare a guidare, magari con alcune restrizioni. L’importante è dimostrare di poter condurre il veicolo in condizioni di sicurezza, sia per sé che per gli altri utenti della strada.