Poste Italiane lancia l’allarme: migliaia di buoni fruttiferi stanno per scadere

Poste Italiane avvisa i risparmiatori: diversi buoni fruttiferi stanno per andare in prescrizione. Ecco l’elenco aggiornato e cosa fare per non perdere i propri soldi.

In Italia, il buono fruttifero postale resta uno degli strumenti finanziari più diffusi. Sicuro, accessibile e garantito dallo Stato, rappresenta per milioni di famiglie una forma di risparmio tradizionale, considerata quasi una piccola garanzia. Da decenni i cittadini scelgono i prodotti di Poste Italiane proprio per la loro semplicità: si sottoscrivono con pochi euro, non richiedono particolari competenze finanziarie e offrono un rendimento certo, anche se contenuto.

Negli anni, il buono postale ha accompagnato generazioni di risparmiatori italiani, diventando un simbolo di fiducia e stabilità economica. Tuttavia, dietro la sua apparente semplicità si nasconde un dettaglio che molti tendono a sottovalutare: la scadenza. Ogni buono ha un limite temporale oltre il quale non può più essere riscosso.

Cosa succede se un buono fruttifero scade

Dimenticare la scadenza di un buono fruttifero può avere conseguenze spiacevoli. Se non viene riscosso entro i termini, il titolo va in prescrizione e il titolare perde il diritto sia agli interessi maturati che al capitale investito. È un errore più comune di quanto si pensi, spesso dovuto a distrazione, eredità non rivendicate o semplicemente alla scarsa consapevolezza dei tempi previsti.

Per evitare questo rischio, Poste Italiane ha diffuso un nuovo elenco di buoni prossimi alla scadenza, invitando i risparmiatori a controllare attentamente i propri titoli. Si tratta di una comunicazione ufficiale rivolta a chi, negli anni passati, ha sottoscritto specifiche serie di buoni emessi tra gli anni Ottanta e il 2019.

I buoni interessati dalla prescrizione entro fine 2025 includono:

  • I buoni a 18 mesi delle serie D19-D30, emessi da luglio 2011 a giugno 2012.

  • Gli 18 mesi Plus delle serie Z01-Z11, emessi tra agosto 2011 e giugno 2012.

  • I buoni dedicati ai minori nati tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 1995.

  • Gli ordinari della serie O, emessi da gennaio a dicembre 1983 (rimborsabili fino al 31 dicembre di quest’anno).

  • I CDP Fedeltà serie TF204A191107, emessi tra novembre e dicembre 2019.

  • I CDP Premium serie TF304A191118, emessi tra novembre e dicembre 2019.

  • I 3×4 delle serie T01, T02 e T03, sottoscritti tra ottobre e dicembre 2011.

  • I buoni per minori nati tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2005.

  • Gli ordinari della serie Q (1993) e quelli delle serie A5, A6, A7, A8, A9, emessi nel 2003.

Chi possiede uno di questi titoli deve verificare subito la data di emissione e, se rientra nell’elenco, recarsi presso un ufficio postale per chiedere informazioni o procedere con il rimborso.

Il valore del buono postale e l’importanza della scadenza

I buoni fruttiferi postali rappresentano una parte fondamentale della cultura del risparmio italiana. Non prevedono rischi legati ai mercati finanziari e il capitale è garantito dallo Stato attraverso Cassa Depositi e Prestiti. Proprio questa sicurezza ha fatto sì che milioni di famiglie li considerassero una forma di “cassaforte personale”, utile per conservare i risparmi nel tempo.

Eppure, il loro principale vantaggio — la lunga durata — può trasformarsi in un rischio se non si presta attenzione alla prescrizione. Trascorsi dieci anni dalla scadenza naturale, infatti, il buono non può più essere riscosso. Poste Italiane non ha alcuna possibilità di intervenire una volta che il termine è superato.

Per questo, l’azienda invita i clienti a controllare periodicamente i propri buoni, anche quelli conservati da anni in un cassetto. È sufficiente recarsi con il titolo presso un ufficio postale o accedere all’area personale online per verificarne la validità.

Con l’aumento dei casi di buoni dimenticati o prescritti, la società ha avviato una campagna informativa per ricordare ai risparmiatori quanto sia importante mantenere aggiornato il proprio portafoglio postale.

Una semplice verifica può evitare la perdita di anni di risparmi. Per molti, una lezione preziosa su quanto — nel mondo della finanza e non solo — la distrazione possa costare cara.